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Citazioni


Ecco le citazioni più sagge e divertenti dei libri di Harry Potter.


Harry Potter e la Pietra Filosofale

  • "Le cicatrici possono tornare utili. Anch'io ne ho una, sopra il ginocchio sinistro, che è una piantina perfetta della metropolitana di Londra." Silente
  • "E' la bacchetta che sceglie il mago, lo ricordi. Credo che da lei dobbiamo aspettarci grandi cose, signor Potter...dopo tutto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ha fatto grandi cose...terribili, è vero, ma grandi." Olivander.
  • "Strano mezzo, il treno, per raggiungere una scuola per maghi. Di' un po', i tappeti volanti hanno forato?" Vernon Dursley.
  • "Oh, tu sei un prefetto, Percy?" chiese uno dei gemelli con aria di grande sorpresa. "Avresti dovuto dircelo, non ne sapevamo niente."
    "Aspetta un attimo, mi ricordo di avergli sentito dire qualcosa in proposito" disse l'altro gemello. "Una volta..."
    "O due volte..."
    "Un minuto..."
    "Tutta l'estate..." Fred e George Weasley.
  • "Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte...sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi che mi toccano." Piton.
  • "E se agito la bacchetta e non succede niente?"
    "Butta via la bacchetta e dagli un bel pugno sul naso" suggerì Ron. (parlando del Duello di Mezzanotte)
  • "Spero che siate soddisfatti di voi stessi. Avete corso il rischio di essere uccisi...o peggio ancora, espulsi. E ora, se non vi dispiace, io vado a letto." Hermione.
  • E' impossibile condividere certe avventure senza finire col fare amicizia, e mettere K.O. un mostro di montagna alto quattro metri è fra quelle.
  • I Potter continuavano a sorridergli e a salutarlo, e lui tornò a guardarli, anelante, con le mani premute contro lo specchio, come se sperasse di caderci dentro e raggiungerli. Dentro di sè provava un dolore acuto, fatto per metà di gioia e per metà di una terribile tristezza. (lo Specchio delle Brame)
  • "Ricorda: non serve a niente rifugiarsi nei sogni, e dimenticarsi di vivere" Silente. (lo Specchio delle Brame)
  • "Questo perchè uccidere un unicorno è una cosa mostruosa" ribattè Fiorenzo. "Soltanto uno che non ha niente da perdere e tutto da guadagnare commetterebbe un delitto del genere. Il sangue dell'unicorno ti mantiene in vita anche se sei ad un passo dalla morte; ma il costo da pagare è tremendo. Poichè hai ucciso una cosa pura e indifesa per salvarti, dall'istante che il sangue tocca le tue labbra non vivrai che una mezza vita, una vita dannata".
  • "E CHI SE NE IMPORTA?" gridò Harry. "Ma non capite? Se Piton si porta via la pietra, Voldemort torna! Non avete sentito cos'è successo quando ha tentato di fargli le scarpe? Non ci sarà più una Hogwarts da cui essere espulsi!" Harry.
  • "E allora accendi un fuoco!" esclamò Harry, sempre più in difficoltà.
    "Già, certo, ma non c'è legna!" gridò Hermione, torcendosi le mani.
    "MA SEI DIVENTATA MATTA?" ruggì Ron "SEI UNA STREGA SI' O NO?" (sul Tranello del Diavolo)
  • "Io!" disse Hermione. "Ma figurati: soltanto libri...e un po' di furbizia! Ma ci sono cose più importanti di questa: l'amicizia, il coraggio e...oh, Harry! Ti prego, sta attento!" Hermione. (prima di raggiungere la Pietra)
  • "Bene e male non esistono. Esistono soltanto il potere e coloro che sono troppo deboli per ricercarlo..." Raptor (l'ha imparato da Voldemort).
  • "Quel che è accaduto giù nei sotterranei tra te e il professor Raptor è segretissimo, quindi, naturalmente, tutta la scuola ne è al corrente" Silente.
  • "In fin dei conti, per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura. Sai, la Pietra non era una poi una cosa tanto prodigiosa. Sì, certo: tutti i soldi e tutta la vita che uno può volere...Sono le due cose che la maggior parte degli esseri umani desidera più di ogni altra...Ma il guaio è che gli uomini hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro". Silente.
  • "Bisogna sempre chiamare le cose con il loro nome. La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa" Silente.
  • "La verità" sospirò Silente "E' una cosa meravigliosa e terribile, e per questo va trattata con grande cautela"
  • "Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c'è più" Silente.

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Harry Potter e la Camera dei Segreti

  • "Santo Cielo, a che serve essere un'onta al nome stesso di mago se non la pagano neanche a sufficienza?" Lucius Malfoy
  • "Dov'è Piton?"[...]
    "Forse è malato!" disse Ron, tutto speranzoso.
    "Forse se n'è andato" disse Harry "perchè ancora una volta non è stato nominato insegnante di Difesa contro le Arti Oscure"
    "O magari è stato licenziato!" suggerì Ron, con entusiasmo. "Voglio dire, tutti lo detestano..."
    "O forse" disse una voce glaciale alle loro spalle "sta aspettando si sapere perchè voi due non siete arrivati con il treno della scuola".
  • "Tutte quelle storie a proposito di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato! [...] Lo so, lo so che non è piacevole come vincere cinque volte di fila il Premio per il Sorriso-Più-Affascinante indetto dal Settimanale delle Streghe, come è successo a me...ma è comunque un modo per iniziare, Harry, è un modo per iniziare" Allock.
  • "L'ha nominata Piton, in classe, alcune settimane fa..."
    "Pensi proprio che durante le lezioni di Pozioni non abbiamo niente di meglio da fare che ascoltare Piton?" Ron a Hermione.
  • "Anch'io giocavo come Cercatore. Mi chiesero di entrare nella Nazionale ma ho preferito dedicare la mia vita a combattere le Forze Oscure. Se dovessi sentire il bisogno di allenarti un po' privatamente, non esitare a chiedermelo. Sono sempre felice di trasmettere la mia esperienza a giocatori meno abili" Allock.
  • "Ti procureremo un altro autografo. Allock è capace di firmare qualunque cosa che stia ferma abbastanza a lungo per dargli il tempo di farlo" Ron.
  • Harry fissò Ron strabiliato.
    "Ecco, così sei proprio Goyle" osservò Ron. "Questa è la sua faccia ogni volta che un insegnante gli fa una domanda".
  • "Lei si accorgerà che io avrò veramente lasciato la scuola solo quando non ci sarà più nessuno che mi sia fedele. E si accorgerà anche che a Hogwarts chi chiede aiuto lo trova sempre." Silente.
  • "Oh, beh...stavo giusto pensando. Se tu fossi morto, sarei stata lieta di ospitarti nel mio gabinetto". Mirtilla.
  • "Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quello che siamo veramente, molto più delle nostre capacità" Silente.

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Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban

  • "Abbiamo cercato di chiuderlo in una piramide" disse a Harry". "Ma la mamma ci ha scoperti". George Weasley, parlando di Percy.
  • Non vado in cerca di guai" disse Harry, seccato. "Di solito sono i guai che trovano me".
  • "Bene, nella tua c'è una specie di croce tutta storta..." disse, consultando Svelare il Futuro. "Vuol dire  che dovrai affrontre 'prove e sofferenze', mi dispiace, ma c'è una cosa che potrebbe essere il sole...aspetta...vuol dire 'grande gioia' ...quindi soffrirai ma poi sarai molto felice. "
    "Il tuo Occhio Interiore ha bisogno di una bella visita, dami retta". Harry e Ron. (a divinazione)
  • "Dov'è Baston?" chiese Harry all'improvviso, notando la sua assenza.
    "E alle docce" disse Fred. "Crediamo che stia tentando di annegarsi" (dopo la sconfitta di Grifondoro)
  • "Credo che nessuno dovrebbe cavalcare quella scopa!" esclamò Hermione.
    "Cosa pensi che ci farà Harry, spazzarci il pavimento?" chiese Ron.
  • "Dubito che faccia molta differenza [chi si è alzato per primo da tavola]" disse gelida la McGranitt, "a meno che un pazzo armato d'ascia non sia appostato dietro la porta pronto a fare a pezzi il primo che attraversa l'ingresso."
  • "Ha detto che m'importava di più vincere la coppa della tua vita. Solo perchè le ho detto che non era un problema se la scopa ti disarcionava, purchè prima tu fossi riuscito a prendere il boccino." Baston scosse la testa, incredulo. "Davvero, dovevi sentire come urlava...neanche avessi detto una cosa terribile..."
  • "Serve a qualcosa chiederti come farai a sostenere due esami contemporaneamente?" chiese Harry.
    "No" rispose Hermione, asciutta. "Qualcuno ha visto la mia copia di Numerologia e Grammatica?"
    "Oh sì, l'ho presa io per leggere qualcosa prima di dormire" disse Ron, molto piano.
  • "Che cosa c'era da guadagnare a combattere il mago più malvagio che sia mai esistito?" chiese Black, un'ira terribile stampata in viso. "Solo vite innocenti, Peter!"
    "Tu non capisci!" piagnucolò Minus. "Mi avrebbe ucciso, Sirius!"
    "E ALLORA AVRESTI DOVUTO MORIRE!" ruggì Black. "MEGLIO MORIRE CHE TRADIRE I TUOI AMICI! NOI PER TE LO AVREMMO FATTO!"
  • "Credi che le persone scomparse che abbiamo amato ci lascino mai del tutto? Non credi che le ricordiamo più chiaramente che mai nei momenti di grande difficoltà? Tuo padre è vivo in te, Harry, e si mostra soprattutto quando hai bisogno di lui. Altrimenti, come avresti fatto ad evocare proprio quel Patronus? Ramoso è tornato a correre, la notte scorsa." Silente

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Harry Potter e il Calice di Fuoco

  • "Secondo il signor Crouch...come ho detto al signor Crouch...il signor Crouch è del parere che...il signor Crouch mi diceva... Si fidanzeranno da un momento all'altro" Ron riguardo a Percy.
  • "L'ho comprata in un negozio babbano" disse ostinato il vecchio mago. "I babbani se le mettono".
    "Le donne babbane se le mettono, Archie, non gli uomini, loro portano questi" disse il mago del Ministero, brandendo i pantaloni gessati. 
    "Non ho intenzione di metterli" disse il vecchio Archie, indignato. "Mi piace prendere un po' d'aria attorno alle mie parti private, grazie."
  • "Perchè invece tu non ti fai pugnalare alle spalle da qualcuno che credevi un amico?"
    "Sì, dai!" approvò Harry, scrivendo, "e sarà perchè...Venere è nella dodicesima casa".
    "E mercoledì avrò la peggio in una rissa"
    "Aaaaah, la rissa la volevo io. No, allora io perdo una scommessa." Ron e Harry, facendo i compiti di divinazione.
  • "A quanto pare anneghi due volte" disse Hermione.
    "Oh davvero?" disse Ron, dando un'occhiata al compito. "Meglio cambiarne una, potrei farmi calpestare da un ipogrifo imbizzarrtito". (sempre riguardo ai compiti di divinazione)
  • "Mi sono alzata, ho preso posto davanti ad esso e ho scrutato nelle sue profondità cristalline...e cosa credete che abbia visto là dentro?"
    "Un brutto vecchio pipistrello con gli occhiali enormi?" bisbigliò Ron a mezza voce. (a divinazione)
  • "Se fossi caduto stecchito tutte le volte che me l'ha predetto, sarei un miracolo della scienza medica." Harry.
  • "Percy non riconoscerebbe una battuta di spirito nemmeno se ballasse nuda davanti a lui con il copriteiera di Dobby in testa." Ron.
  • "Ok, sentite un po' questa" disse Ron, eccitato. "Krum aggredisce Crouch - no, aspettate un attimo - e poi si schianta!"
    "E il signor Crouch è evaporato, vero?" fece Hermione freddamente.
  • "Il Signore Oscuro risorgerà, Crouch! Gettaci pure ad Azkaban, noi aspetteremo! Risorgerà e verrà a cercarci, e ricompenserà noi più di ogni altro suo seguace! Solo noi siamo fedeli! Solo noi abbiamo cercato di trovarlo!" Bellatrix Lestrange.
  • La signora Weasley posò la pozione sul comodino, si chinò e circondò Harry con le braccia. Lui non ricordava di essere mai stato abbracciato così, come da una mamma. Il pieno significato di tutto ciò che aveva visto quella notte sembrò precipitargli addosso, mentre la Signora Weasley ,lo stringeva a sè. Il viso di sua madre, la voce di suo padre, la vista di Cedric a terra, morto, tutto prese a vorticare nella sua testa, finchè non contrasse il viso per cercare di opporsi al grido di dolore che lottava per uscire dalla sua gola.
  • "E' mia convinzione, tutta via, che la verità sia generalmente preferibile alle menzogne, e che ogni tentativo di fingere che Cedric sia morto in seguito ad un incidente,o ad un errore da lui commesso, sia un insulto alla sua memoria." Silente
  • "Ricordatevi di Cedric. Quando e se per voi dovesse venire il momento di scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile, ricordate cos'è accaduto a un ragazzo che era buono, e gentile, e coraggioso, per aver attraversato il cammino di Voldemort. Ricordatevi di Cedric Diggory." Silente

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Harry Potter e l'Ordine della Fenice

  • "Ascoltavi il telegiornale? Ancora?"
    "Beh, sapete, tutti i giorni è diverso" disse Harry. Harry e i Dursley.
  • "Se ci abbattono tutti e tu sopravvivi, Harry, la Retroguardia è pronta a prendere il nostro posto; continua a volare verso est e ti raggiungeranno".
    "Smettila di essere così allegro, Malocchio, o penserà che non prendiamo la faccenda sul serio" lo rimproverò Tonks.
  • "Non ci credo! Non ci credo! Oh, Ron, è meraviglioso! Prefetto! Come tutti in famiglia!"
    "Io e Fred chi siamo, i vicini della porta accanto?" disse George, indignato.
  • "Ehi, Potty, ho sentito che Warrington ha giurato di buttarti giù dalla scopa, sabato". [...]
    "Warrington? Con la mira che ha, mi preoccuperei di più se puntasse qualcuno accanto a me". Harry a un Serpeverde.
  • "Uno non può provare tutte queste cose insieme. Scoppia".
    "Solo perchè tu possiedi la varietà di emozioni di un cucchiaino, non significa che siamo tutti così". Hermione e Ron.
  • "Vostro padre sapeva quello che faceva e non vi ringrazierebbe se intralciaste i piani dell'Ordine!" anche Sirius alzò la voce. "Le cose stanno così...ecco perchè voi non fate parte dell'Ordine...non capite...ci sono cose per cui vale la pena di morire!"
  • Neville aveva già teso la mano, in cui sua madre mise un incarto vuoto di gomma Bolle Bollenti. 
    "Molto gentile, tesoro" disse la nonna di Neville, con finta allegria, battendo appena sulla spalla della nuora.
    Ma Neville mormorò: "Grazie, mamma".
    Sua madre si allontanò lungo la corsia, canticchiando tra sè. Neville guardò gli altri con espressione spavalda, come sfidandoli a ridere. Harry non credeva di aver mai avuto meno voglia di ridere in tutta la sua vita.
  • "Tu non hai acume, Potter" rispose Piton, con i neri occhi che scintillavano. "Non capisci le sfumature. E' uno dei difetti che rendono un pozionista così scadente."
  • "Sì, può farcela se crede che nessuno lo guardi" rispose Fred, alzando gli occhi al cielo. "Quindi sabato basta che chiediamo al pubblico di voltarsi ogni volta che la Pluffa arriva dalla sua parte".
  • "Sappiamo entrambi che ci sono altri modi per distruggere un uomo, Tom" replicò tranquillo Silente [...] "Ammetto che non mi darebbe soddisfazione toglierti soltanto la vita..."
    "Niente è peggio della morte, Silente!" ringhiò Voldemort.
    "Ti sbagli" replicò Silente [...] "In verità l'incapacità di capire che esistono cose assai peggiore della morte è sempre stata la tua più grande debolezza..."
  • "Credo che andrò a mangiare il dolce e aspetterò che ricompaiano...succede sempre, alla fine..." Luna.

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Harry Potter e il Principe Mezzosangue

  • "Perchè hai paura di Tu-Sai-Chi? MEGLIO aver paura di No-Pupù-No-Pipì La Sensazione di Occlusione che Stringe la Nazione!"
  • "Hai ragione" convenne Hermione, spingendo via Ron dalla poltrona con un calcetto e offrendola di nuovo al piccolo del primo anno. "Non è stato affatto ben congegnato". "Ma da quando Malfoy è uno dei grandi pensatori mondiali?" chiese Harry. Nè Ron nè Hermione gli risposero.
  • "Siediti" lo invitò Silente. Harry obbedì, la testa colma di quel che aveva appena visto. "Ci ha creduto molto più in fretta di me... voglio dire, quando lei gli ha detto che era un mago" osservò Harry. "Io non ho creduto subito a Hagrid, quando me l'ha detto". "Sì, Riddle era perfettamente pronto a credere di essere... per usare la sua parola... "speciale" ". "Lei lo sapeva... allora?" "Sapevo di aver appena incontrato il più pericoloso mago Oscuro di tutti i tempi? No, non avevo idea che crescendo sarebbe diventato quello che è" risposse Silente. "Tuttavia fui senza dubbio affascinato da lui. Tornai a Hogwarts deciso a tenerlo d'occhio, cosa che avrei dovuto fare in ogni caso, perchè era solo e senza amici; ma già sentivo di doverlo fare per il bene degli altri quanto per il suo." [...] "Il tempo si prende di nuovo gioco di noi" osservò Silente, indicando il cielo buio oltre le finestre. "Ma prima che ci separiamo, voglio richiamare la tua attenzione su alcuni aspetti della scena a cui abbiamo appena assistito, perchè hanno importanti rapporti con quanto discuteremo nei nostri incontri futuri. Prima di tutto, spero che tu abbia notato la reazione di Riddle quando ho osservato che un'altra persona portava il suo nome, Tom". Harry annuì. "In quel momento ha dimostrato il suo disprezzo per qualunque cosa lo leghi ad altre persone, quaunque cosa lo renda ordinario. Già allora desiderava essere diverso, unico, celebre. Come sai, si sbarazzò del suo nome pochi anni dopo quella conversazione e creò la maschera di "Lord Voldemort" dietro la quale si è nascosto per tanto tempo".
  • Lord Voldemort non ha mai avuto un amico, e non credo che ne abbia mai voluto uno.
  • "... parliamoci francamente. Perchè sei venuto qui stanotte, circondato dai tuoi accoliti, per chiedere un lavoro che entrambi sappiamo che non vuoi?" Voldemort reagì con fredda sorpresa. "Un lavoro che non voglio? Al contrario, Silente, lo desidero molto". "Oh, vuoi tornare a Hogwarts, ma non vuoi insegnare più di quanto lo volessi a diciott'anni. Che cosa cerchi, Tom? Perchè non provi con una richiesta sincera, per una volta?". Voldemort sorrise beffardo. "Se non vuole darmi un lavoro..." "Ma certo che non voglio" disse Silente. " E non credo affatto che tu ti aspettassi un sì. Eppure sei venuto qui, hai chiesto, devi avere uno scopo". Voldemort si alzò. Era meno Tom Riddle che mai, i tratti del volto scavati dalla rabbia. "Questa è la sua ultima parola?" "Sì" confermò Silente, alzandosi a sua volta. "Allora non abbiamo nient'altro da dirci". "No, niente" replicò Silente, e un'infinita tristezza gli perase il volto "E' lontanoil tempo in cui potevo spaventarti con un armadio incendiato e costringerti a fare ammenda per i tuoi crimini. Ma vorrei riuscirci ancora, Tom... vorrei riuscirci... "
  • "Ma signore" ribattè Harry, facendo un enorme sforzo per non sembrare polemico, "la conclusione è sempre la stessa, no? Devo cercare di ucciderlo, o ... " "Devi?" chiese Silente. "Certo che devi! Ma non a causa della profezia! Perchè tu, tu stesso, non sarai mai in pace finchè non avrai tentato! Lo sappiamo entrambi! Immagina solo per un istante di non aver mai ascoltato quella profezia! Che cosa proveresti per Voldemort ora?" Rifletti!" Harry guardò Silente camminare su e giù davanti a lui e riflettè. Pensò a sua madre, a suo padre e a Sirius. Pensò a Cedric Diggory. Pensò a tutte le orribili azioni compiute da Lord Voldemort. Una fiamma gli balzò in petto, bruciandogli la gola. "Vorrei che morisse" mormorò " E vorrei ucciderlo io". "Certo!" gridò Silente. "Vedi, la profezia non significa che tu devi fare qualcosa! Ma ha indotto Lord Voldemort a designarsi come suo eguale... in altre parole, tu sei libero di scegliere che cosa fare, libero di voltare le spalle alla profezia! Ma Voldemort continua ad attribuirle importanza. Continuerà a darti la caccia... il che rende certo, di fatto, che..." "Che uno di noi due finirà per uccidere l'altro" completò Harry. "Sì". Ma finalmente capiva quello che Silente aveva cercato di dirgli. Era, si disse, la differenza fra l'essere trascinato nell'arena ad affrontare una battaglia mortale e scende nell'arena a testa alta. Forse qualcuno avrebbe detto che non era una gran scelta, ma Silente sapeva - e lo so anchi'io , pensò Harry con uno slancio di feroce orgoglio, e lo sapevano i miei genitori - che c'era tutta la differenza del mondo.
  • Nessuno dei due si accorse che una feroce battaglia infuriava nella mente di Harry: E' la sorella di Ron.  Ma ha mollato Dean! E' sempre la sorella di Ron. Sono il suo migliore amico! Questo peggiorerà le cose. Se prima gli parlassi... Ti picchierebbe. E se non m'importasse? E' il tuo migliore amico!
  • Harry si guardò intorno; c'era Ginny che gli correva incontro: aveva un'espressione dura, splendente, e lo abbracciò. E senza riflettere, senza averlo premeditato, senza preoccuparsi del fatto che cinquanta persone li stavano guardando, Harry la bacio. Dopo parecchi lunghi istanti... o forse mezz'ora ... o forse parecchi giorni di sole... si separarono. Nella stanza era calato il silenzio. Poi partì una serie di fischi d'ammirazione e ci fu un'esplosione di risatine nervose. Harry guardò sopra la testa di Ginny e vide Dean Thomas che teneva in mano un bicchiere infranto e Romilda Vane che sembrava pronta a scagliare qualcosa. Hermione era raggiante, ma lo sguardo di Harry cercò Ron. Alla fine lo trovò, ancora aggrappato alla coppa, e con l'espressione di chi ha appena preso una bastonata in testa. Per una frazione di secondo si guardarono, poi Ron fece un piccolo cenno col capo che Harry interpretò come un "Be'... se proprio devi." Mentre la creatura ne petto ruggiva trionfante, Harry rivolse un gran sorriso a Ginny e fece cenno senza parlare a buco del ritratto Una unga passeggiata nel parco sembrava appropriata, durante la quale - se ne avessero avuto il tempo - avrebbero anche potuto discutere della partita.
  • Silente si erse in tutta la sua altezza. "Ti porto con me a una condizione: che tu obbedisca all'istante a qualunque mio ordine, senza discutere". "Certo". "Cerca di comprendermi, Harry. Intendo dire che devi eseguire anche ordini come "fuggi", "nasconditi" o "torna indietro". Ho la tua parola?" "Io... Sì, certo". "Se ti dirò di nasconderti, lo farai?" "Sì". "Se ti dirò di fuggire, obbedirai?" "Sì" "Se ti dirò di abbandonarmi e metterti in salvo, farai come ti dico?" "Io..." "Harry?" Si guardarono per un attimo. "Sì, signore".
  • "Un pedaggio?" chiese Harry. "Dobbiamo pagare la porta?" "Sì" rispose Silente. "Con il sangue, se non mi sbaglio". "Sangue?" "L'ho detto, che era di cattivo gusto" ribattè Silente, che sembrava indignato, perfino deluso, come se Voldemort non fosse stato all'altezza delle sue aspettative. "L'idea, come sono certo avrai compreso, è che il nemico debba indebolirsi per entrare. Ancora una volta, Lord Voldemort non riesce ad afferrare che vi sono cose ben più terribili delle ferite fisiche".
  • "Ricordi" riprese Silente, "a quale condizione ti ho portato con me?" Harry esitò, guardando gli occhi azzurri che erano diventati verdi alla luce del bacile. "Ma se...?" "Non ti ho avvertito che avrebbe potuto essere pericoloso?" "Sì" rispose Harry, "ma..." "Bene, allora " concluse Silente, rimboccandosi le maniche e levando il calice vuoto, "conosci i miei ordini". "Perchè non posso berla io, la pozione?" chiese Harry, disperato. "Perchè io sono molto più vecchio, molto più capace e molto meno prezioso di te" rispose Silente. " Per l'ultima volta, Harry, mi dai la tua parola che farai tutto quel che potrai per costringermi a bere?" "Non posso...?" "Mi dai la tua parola?" "Ma..." "La tua parola, Harry". "Io... d'accordo, ma..." Prima che Harry potesse aggiungere altro, Silente immerse il calice di cristallo nella pozione. Per un breve istante Harry sperò che nemmeno il calice riuscisse a toccarla, ma il cristallo affondò nella superficie come nient'altro era riuscito a fare; quando il bicchiere fu colmo fino all'orlo, Silente lo portò alla bocca. "Alla tua salute, Harry".
  • Harry passò l'avambraccio graffiato sopra la pietra: ottenuto il suo tributo di sangue, l'arco si riaprì all'istante. Attraversarono la caverna più esterna e Harry aiutò Silente a tornare dentro la gelida acqua di mare che riempiva la fenditura nella scogliera. "Andrà tutto bene, signore" ripetè ancora e ancora, più preoccupato dal mutismo di Silente di quanto lo fosse stato dalla sua voce indebolita. "Ci siamo quasi... Posso farci Materializzare tutti e due... non si preoccupi... " "Non sono preoccupato, Harry " rispose Silente, la voce un po' più forte nonostante l'acqua gelata. "Sono con te".
  • "Buonasera, Amycus" lo salutò Silente, come se gli stesse dando il benvenuto a una festa. " E hai portato anche Alecto... incantevole... " Anche la donna ridacchiò, rabbiosa. "Credi che le tue battutine ti aiuteranno sul letto di morte?" lo dileggiò. "Battutine? No, no queste sono buone maniere" ribattè Silente.
  • Ma qualcun altro aveva pronunciato il nome di Piton, con dolcezza. "Severus... " Quel suono atterrì Harry più di ogni altra cosa che aveva vissuto quella sera. Per la prima volta, Silente supplicava. Piton non rispose. Avanzò e spinse rudemente Malfoy di lato. I tre Mangiamorte si ritrassero senza una parola. Perfino il lupo mannaro era intimorito. Piton scrutò per un attimo Silente, e incisi nei suoi duri lineamenti c'erano disgusto e odio. "Severus.. ti prego... " Piton levò la bacchetta e la puntò contro Silente. "Avada Kedavra!" Uno zampillo di luce verde schizzò dalla punta della bacchetta di Piton e colpì Silente in pieno petto. L'urlo di orrore non uscì mai dalla bocca di Harry; silenzioso e immobile, fu costretto a guardare Silente scagliato in aria: per un istante parve restare sospeso sotto il teschio lucente, e poi cadde lentamente all'indietro, oltre le merlature, come un'enorme bambola di pezza, e scomparve.
  • Meccanicamente, senza pensare, Harry sfilò il frammento di pergamena, lo aprì, e alla luce delle tante bacchette che ormai si erano accese alle sue spalle lesse: "Al Signore Oscuro, so che avrò trovato la morte molto prima che tu legga queste parole ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto. Ho rubato il vero Horcrux e intendo distruggerlo appena possibile. Affronto la morte nella speranza che, quando incontrerai il tuo degno rivale, sarai di nuovo mortale. R.A.B.
  • "Sono certa che Silente avrebbe voluto che la scuola restasse aperta" la contraddisse la professoressa Sprite. "Penso che, se anche un solo allievo volesse venire, allora la scuola dovrebbe restare aperta per quell'allievo".
  • "R.A.B." sussurrò Ron. "Ma chi è?" "Non lo so". Harry si distese sul letto, vestito, e fissò il vuoto. Non provava alcuna curiosità per R.A.B.: dubitava che avrebbe mai più provato curiosità per qualcosa. ALl'improvviso si rese conto che il parco era silenzioso. Fanny aveva cessato di cantare. E seppe, senza sapere come, che la fenice era andata, che aveva lasciato Hogwarts per sempre, proprio come Silente aveva lasciato la scuola, aveva lasciato il mondo... aveva lasciato lui.
  • Harry guardò Ginny, Ron e Hermione: il volto di Ron era contratto come se la luce del sole lo accecasse. Quello di Hermione era lucido di lacrime, ma Ginny non piangeva più. Incrociò gli occhi di Harry con la stessa espressione dura e ardente di quando lo aveva abbracciato dopo aver vinto la Coppa di Quidditch senza di lui, e lui seppe che in quel momento si capivano alla perfezione e che, quando lui le avesse detto che cosa avrebbe fatto, non avrebbe detto " sta' attento" o "non farlo", ma avrebbe accettato la sua decisione, perchè non si sarebbe aspettata da lui niente di meno.
  • "Ginny, ascolta... " mormorò pianissimo, mentre il brusio cresceva attorno a loro e la gente cominciava ad alzarsi. "Non posso più stare con te. Dobbiamo smettere di vederci. Non possiamo stare insieme". Lei chiese, con uno strano sorriso storto: "E' per qualche stupida, nobile ragione, vero?" [...] "Voldemort usa le persone a cui i suoi nemici tengono. Ti ha già usato una volta come esca, e solo perchè sei la sorella del mio migliore amico. Pensa a quanto più grande sarà il pericolo che correrai se continuiamo a stare insieme. Lo verrà a sapere, lo scoprirà. Cercherà di arrivare a me attraverso di te". "E se a me non importasse?" ribattè Ginny con forza. "Importa a me" rispose Harry [...] Lei distolse lo sguardo per fissare il lago. "Io non ho mai davvero rinunciato a te" disse. Mai. Ho sempre sperato... [...] Beh non posso dire di essere sorpresa. Sapevo che sarebbe successo, alla fine. Sapevo che non saresti stato contento se non fossi andato a caccia di Voldemort. Forse è per questo che mi piaci tanto".
  • Scrimgeour esitò, poi insistette in quello che doveva essere un tono delicato: " Il Ministero può offrirti ogni genere di protezione, Harry. Sarei felice di porre un paio di Auror al tuo servizio..." Harry rise. "Voldemort vuole uccidermi personalmente e non saranno gli Auror a fermarlo. Quindi le sono grato per l'offerta, ma no, grazie". "Quindi" incalzò Scrimgeour, ora freddo, "la richiesta che ti ho fatto a Natale..." "Quale richiesta? Ah, già... dire al mondo intero che gran bel lavoro state facendo in cambio di... " "... per sollevare il morale di tutti!" sbottò Scrimgeour. Harry lo osservò per un momento. "Avete già rilasciato Stan Picchetto?" Scrimgeour diventò di un brutto viola che ricordava molto zio Vernon. "Vedo che sei..." "L'uomo di Silente, fino in fondo" concluse Harry. "Proprio così".
  • "Noi ci saremo, Harry" annunciò Ron. "Cosa?" "A casa dei tuoi zii. E poi verremo con te, ovunque tu vada". "No... " rispose Harry rapido; non l'aveva previsto, pensava che avessero capito che intendeva affrontare da solo quel pericolosissimo viaggio. "Ce l'hai già detto una volta" sussurrò Hermione, "che c'era tutto il tempo per tornare indietro, se avessimo voluto. Il tempo l'abbiamo avuto, no?" "Siamo con te qualunque cosa accada" ribadì Ron.
  • Le sue mani si chiusero meccanicamente attorno al falso Horcrux, ma nonostante tutto, nonostante il sentiero buio e tortuoso che vedeva dipanarsi davanti a lui, nonostante 'incontro finale con Voldemort che doveva accadere di lì a un mese, un anno, o dieci, si sentì il cuore leggero all'idea che restava ancora un ultimo giorno dorato di pace da assaporare con Ron e Hermione.

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Harry Potter e i Doni della Morte

  • I suoi occhi rossi si allacciarono a quelli neri di Piton con tanta intensità che alcuni dei presenti guardarono altrove, come se temessero di finire ustionati dalla ferocia di quello sguardo.
  • "Se Potter è vivo dipende più dai miei errori che dalle sue vittorie."
  • "Il punto è, gente, non cullatevi in un falso senso di sicurezza, solo perchè pensate che sia fuori dal nostro paese. Forse lo è, forse no, ma resta il fatto che se vuole è in grado di spostarsi più in fretta di Severus Piton davanti a un flacone di shampoo."
  • Ginny guardo Harry negli occhi e trasse un respiro e disse: "Buon Compleanno".
    "Si... Grazie".
    Continuava a guardarlo dritto negli occhi, lui invece non ci riusciva; era come fissare una luce abbagliante.
    Bella vista" mormorò debolmente, indicando la finestra.
    Lei lo ignorò. Non poteva biasimarla.
    "Non sapevo cosa regalarti".
    "Non dovevi regalarmi niente".
    Lei ignorò anche questo.
    "Non sapevo cosa ti sarebbe servito. Niente di troppo grande, perchè non puoi portarlo con te".
    Harry azzardò un'occhiata. Non piangeva; era una delle cose meravigliose di Ginny: piangeva molto di rado. Avere sei fratelli doveva averla temprata. Lei fece un passo verso di lui.
    "Quindi ho scelto qualcosa che ti faccia pensare a me, sai, nel caso incontrassi qualche Veela mentre sei in giro a fare quello che fai".
    "Le possibilità di uscire con delle ragazze saranno abbastanza scarse, a essere sincero".
    "è proprio quello che speravo" sussurrò lei, e lo baciò come no l'aveva mai baciato prima.
    Harry rispose il bacio, e fu beato oblio, meglio del Whisky Incendiario; era la sola cosa autentica del mondo: Ginny, sentirla lì, tenerle una mano sulla schiena e l'altra affondata nei lunghi capelli profumati...
  • "Quella ragazza è feramente carina, " disse Krum, richiamando Harry alla realtà. Krum indicava Ginny, che aveva appena raggiunto Luna.
    "Anche lei è una tua parente?"
    "Sì", disse Harry, improvvisamente irritato, "ed esce con un tizio. Uno gelosissimo. Un tipo grosso. Non ti conviene farlo arrabbiare".
  • "Dove si trova il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore."
  • "Dobby, no, non morire, non morire..." Lo sguardo dell'elfo si posò su di lui, e le sue labbra tremarono per lo sforzo di formare le parole. "Harry... Potter... " E poi con un piccolo fremito l'elfo restò immobile, e i suoi occhi furono solo grandi globi vitrei, sui quali brillava la luce di stelle che non potevano più vedere.
  • "Naturalmente Grindelwald tagliò la corda. Aveva già collezionato una bella lista di malefatte nel suo paese e non voleva che anche Ariana fosse messa sul suo conto. E così Albus era libero. Libero dal fardello della sorella, libero di diventare il mago più grande del..."
    "Non è mai stato libero" lo interruppe Harry.
    "Come?" Chiese Aberforth.
    "Mai" ripetè Harry "La notte che morì, suo fratello aveva bevuto una pozione che lo fece uscire di senno. Urlava, supplicava qualcuno che non c'era. 'Non far del male a loro, ti prego, fai del male a me, invece'" Ron e Hermione lo fissarono. Non aveva mai raccontato nei particolari che cos'era accaduto sull'isola al centro del lago: gli eventi dopo il ritorno suo e di Silente a Hogwarts avevano eclissato tutto il resto. "Credeva di essere di nuovo con lei e Grindelwald, lo so" continuò Harry, ricordando il piagnucolio e le suppliche di Silente "Vedeva Grindelwald che faceva del male a lei e ad Ariana... era una tortura per lui: se l'avesse visto allora, non direbbe che era libero".
  • Le zanne di Basilisco caddero con gran fragore dalle braccia di Hermione. Corse da Ron, lo abbracciò e lo baciò sulla bocca. Ron gettò via le zanne e il manico di scopa e rispose con tanto entusiasmo che sollevò Hermione da terra.
    "Vi pare il momento?" gemette Harry debolmente.
    Ma quando non successe nulla, anzi Ron e Hermione si strinsero più forte e iniziarono a dondolare sul posto, alzò la voce.
    "Ehi! C'è una guerra là fuori!"
  • Fred guardò il fratello con allegria. "Hai davvero fatto una battuta, Perce... l'ultima volta che ti avevo sentito fare una..." L'aria esplose. Erano tutti vicini [...] e in quella frazione di secondo, quando il pericolo pareva temporaneamente lontano, il mondo andò in pezzi. [...] "No... no... no!" urlò qualcuno. "No! Fred! No!" Percy scuoteva il fratello, Ron era inginocchiato accanto a loro, e gli occhi di Fred li fissavano senza vederli, lo spettro dell'ultima risata ancora impresso sul volto.
  • Un terribile gorgoglio, un rantolo uscì dalla sua gola. "Prendi... Prendi... " Qualcosa di diverso dal sangue colava da Piton. Era azzurro-argenteo, nè liquido nè gassoso, e usciva dalla bocca, dalle orecchie, dagli occhi; Harry capì che cos'era, ma non sapeva che fare... [...] Quando la fiala fu piena fino all'orlo, e in Piton sembrava che non ci fosse più sangue, la sua presa sui vestiti di Harry si allentò. "Guar...da...mi" sussurrò. Gli occhi verdi incontrarono i neri, ma dopo un attimo qualcosa nel profondo di questi ultimi svanì, lasciandoli fissi e vuoti. La mano che stringeva crollò a terra e Piton non si mosse più.
  • I morti erano disposti in fila al centro della Sala [...] e Harry vide i corpi distesi accanto a quello di Fred: Remus e Tonks, pallidi e immobili, sembravano tranquilli, addormentati sotto il buio soffitto incantato.
  • "Ho fatto la spia per te, ho mentito per te, ho corso rischi mortali per te. Credevo che servisse a proteggere il figlio di Lily Potter. Adesso mi dici che l'hai allevato come una bastia da macello... ".
    "Ma è commovente, Severus" osservò Silente, serio.
    "Ti sei affezionato al ragazzo, dopotutto?"
    "A lui?" urlò Piton. "Expecto Patronum!"
    Dalla punta della sua bacchetta affiorò la cerva d'argento: atterrò sul pavimento dell'ufficio, fece un balzo e si tuffò fuori dalla finestra. Silente la guardò volar via e quando il suo bagliore argenteo svanì si rivolse a Piton, con gli occhi pieni di lacrime.
    "Dopo tutto questo tempo?"
    "Sempre" rispose Piton.
  • Come la pioggia contro una finestra fredda, questi pensieri tamburellavano sulla dura superficie dell'incontrovertibile verità: doveva morire. Io devo morire. Doveva finire.
  • "Resterete con me?"
    "fino alla fine" rispose James.
    "Siamo parte di te" spiegò Sirius. "Invisibili a chiunque altro".
    Harry guardò sua madre.
    "Stammi vicino" sussurrò.
  • "Non provare pietà per i morti, Harry. Prova pietà per i vivi e sopratutto per coloro che vivono senza amore".
  • "Tu sei il padrone della Morte, perchè il vero padrone non cerca di fuggirla. Egli accetta il fatto di dover morire, ed è consapevole che ci sono cose, molto, molto peggiori al mondo che cessare di vivere".
  • "Mostri spirito e ardimento, e discendi da una nobile stirpe. Sarai un Mangiamorte molto prezioso. Abbiamo bisogno di gente come te, Neville Paciock". "Mi unirò a te quando l'inferno gelerà" ribattè Neville. "Esercito di Silente!"
  • Tom Riddle crollò sul pavimento con banale solennità, il corpo fiacco e rattrappito, le mani bianche e vuote, il volto da serpente inespressivo e ignaro. Voldemort era morto, ucciso dal rimbalzo della sua stessa maledizione, e Harry fissava, con due bacchette in mano, il guscio vuoto del suo nemico.
  • "Se non finisci in Grifondoro ti diserediamo. Ma non voglio metterti pressione."
  • "Albus Severus" mormorò, in modo che nessuno sentisse [...] "Tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts. Uno di loro era un Serpeverde e probabilmente l'uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto".
  • "Non avrà problemi" mormorò Ginny.
    Harry la guardò e distrattamente abbassò la mano a sfiorare la cicatrice a forma di saetta sulla fronte. "Lo so".
    La cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene.

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