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Le Fiabe
di Beda il Bardo




Tutto il materiale è stato originalmente rielaborato da HogNetFriend. Si cita wikipedia come fonte per la sinossi delle fiabe.

Notizie generali:

Le Fiabe di Beda il Bardo (titolo originale: The Tales of Beedle The Bard), è un volumetto di sole - si fa per dire - 127 pagine, pubblicato da J.K.Rowling successivamente all'uscita di Harry Potter e i Doni della Morte ed edito in Italia da Salani a partire dal 4 dicembre 2008, a scopo di sostenere il Children's High Level Group.
Il libro, come ci fa sapere la stessa scrittrice, è tradotto direttamente dal runico da Hermione Granger ed è arricchito dalle note scritte di persona da Albus Silente.
Questo unico volume, la cui primissima originale edizione era di certo quella appartenuta ad Albus Silente, fu anche lasciato in eredità alla stessa Hermione Granger, da Silente in persona, come è testimoniato dal suo testamento: in esso sono raccontate cinque popolari fiabe per i giovani maghi e streghe, e da una di queste in particolare - La Storia dei Tre Fratelli - trae origine la leggenda dei Doni della Morte. Le Fiabe di Beda il Bardo sono una piccola perla imperdibile per ogni vero appassionato del magico mondo di Harry Potter.

Nota sulla prima pubblicazione:

Il libro è stato inizialmente scritto e illustrato dalla stessa J. K. Rowling, in sole sette copie, destinate alle persone che, nel corso degli anni, sono state più coinvolte nella stesura e nella pubblicazione della serie di Harry Potter. Solo una di esse è stata messa all'asta nel dicembre 2007, poi vinta da Amazon, ed i proventi sono stati destinati ad una campagna di beneficenza.

Copertina Italiana:

La Nota alle note:

Simpatica anche la nota che la stessa Rowling scrive all'inizio del volume, che rende ancora più magica la raccolta:

"I commenti del Professor Silente si rivolgono a un pubblico di maghi, perciò ho inserito occasionalmente la spiegazione di qualche termine o fatto che potesse necessitare un chiarimento per i lettori Babbani."

Una carrellata di copertine da tutto il mondo:

Le cinque fiabe:

Il Mago e il Pentolone Salterino:

la storia racconta che un caro vecchietto, che è sempre stato benevole nei confronti del proprio vicino, muore improvvisamente e lascia i suoi averi al figlio. Questi, però, è un giovanoto disinteressato nell'aiutare altri e l'unica eredità che riceve dal padre è un vecchio pentolone con dentro una pantofola. I vicini cominciano a chiedere incantesimi per i loro problemi, ma il giovane si rifiuta di eseguirli. Improvvisamente, si ritrova con il pentolone del padre vivo e con una gamba sola, che sembra contenere in sè i problemi degli altri. Dopo vari malanni del fastidioso artefatto, il giovane mago si decide ad offrire aiuto ai vicini e, finito il lavoro, partirà verso il tramonto con il pentolono che gli saltella a fianco.


La Fonte della Buona Sorte:

la seconda fiaba narra le avventure di tre streghe, Asha, Altheda e Amata, e di un cavaliere Babbano, Ser Senzafortuna. Tutti e quattro erano infelici: Asha era malata incurabilmente, Altheda era stata derubata da uno stregone, Amata era stata abbandonata dal suo amore e il cavaliere era (come dice il nome) sfortunato. Per lenire il dolore, i quattro decidono di dirigersi alla Fonte della Buona Sorte. Superano tre sfide e le superano brillantemente pagando ognuno il proprio passaggio. Arrivati alla Fonte, ma prima ancora di bagnarvisi Altheda guarisce Asha. Altheda capisce di poter essere utile da guaritrice per togliersi dalla povertà. Amata, che nell'ultima prova ha ceduto i ricordi del suo amato, si rende conto di non soffrirne più della perdita. Ser Senzafortuna è allora il vincitore. Bagnandosi nelle acque, chiede la mano ad Amata. I quattro se ne vanno, ignari che in realtà la Fonte non abbia mai posseduto poteri magici.


Lo Stregone dal Cuore Peloso:

la terza fiaba è la più oscura delle cinque. Racconta delle vicende di Warlock, uno stregone che disprezzava l'amore e che per isolarsi da qualunque legame affettivo si inabissò nelle Arti Oscure. Dopo molti anni, lo stregone sentì due servi parlare di lui, l'uno provando pietà l'altro deridendolo. Offeso e per ripicca, decise di trovare moglie, per sucitare l'invidia altrui. Il giorno dopo conobbe una bellisima strega e cominciò a corteggiarla, ritrovandosi però davanti al dubbio di lei per l'improvviso cambiamento. Ad una festa, lei gli confidò che avrebbe ricambiato il suo amore se avesse dimostrato di avere un cuore. Warlock la portò ai sotterranei del suo castello, dove in uno scrigno di cristallo vi era rinchiuso il suo cuore, peloso e deforme. Lei gli chiese di rimettelo al suo posto e lui così fece. Alla festa gli invitati non trovando i due, li cercano dappertutto. Alla fine trovarono Warlock con il cuore della strega in mano e il corpo di lei ai suoi piedi. Voleva sostituire il suo cuore con quell'altro, ma il cuore era selvaggio e si rifiutava di abbandonare il corpo. Così Warlock se lo strappò di petto e, con entrambi i cuori in mano, morì.


Baba Raba e il Cappo Ghignante:

questa è la più divertente dele storie di J. K. Rowling. In un regno lontano un Re, avido e folle, decide di tenersi tutta la magia per sè. Così formò una Brigata di Cacciatori di Streghe e cani da caccia per catturare maghi e streghe e decide di apprendere la magia da parte di un istruttore. La comunità magica si nascose, ma un ciarlatano, avido di ricche ricompense, si presenta alla corte del Re come mago. Con stupidi trucchi, "istruisce" il Re alla magia. Un giorno una lavandaia del re, Baba, rise delle sciocchezze del Re. Questi, offeso, dichiarò di eseguire magia davanti al suo popolo e avrebbe condannato il ciarlatano se il popolo lo deridesse. Il ciarlatano è rassegnato e, infuriato, va verso la casa di Baba; ma spiandola scopre che Baba era una vera strega e la minaccia se non eseguisse tutti i trucchi del Re. Baba accetta. Quando fu il gran giorno, il Re usa il suo rametto, facendo sparire un cappello e levitare un cavallo, in realtà opera di Baba nascosta in un cespuglio. Ma quando il Re dovette resuscitare un cane avelenato e fallì nell'impresa, il popolo rise. Terrorizato, il ciarlatano denuncia Baba e tutti la inseguono. Improvvisamente si fermano sotto un albero ghignante e il ciarlatano ordinò che venga abbattuto. Ma il ceppo, che era Baba, ghignò e disse che maghi e streghe non muoiono se segati in due e chiede di provarlo sul ciarlatano, che impaurito confessa tutto. Dopo che quest'ultimo finì in prigione, Baba chiede al Re la fine alla caccia alle streghe e una sua statua dorata. Il Re, umiliato, eseguì gli ordini. Alla fine, mentre tuti se ne vanno via, un coniglio con una bacchetta in bocca se ne esce da sotto il ceppo e se ne andò, e nessuno cacciò più i maghi e le streghe da quel regno.


La Storia dei Tre Fratelli:

Questa è la storia cardine delle trame di Harry Potter. Tre fratelli in viaggio giungono davanti a un guado e con le loro arti magiche creano un ponte. Ma a metà di esso li attende la Morte, furiosa che tre vittime siano scampate a lei e, fingendosi ammirata, si offre di esaudire i loro desideri. Il primo fratello, un tipo bellicoso, chiese una bacchetta più potente delle altre. La Morte prese un ramo da un albero di sambuco e ne fabbricò una. Il secondo fratello, per umiliare la Morte, volle qualcosa per resuscitare i morti. La Morte prese un sasso nero sulla riva del fiume e glielo diede. L'ultimo fratello, il più saggio, volle solo qualcosa per sfuggirgli. La Morte, rassegnata, gli dà il suo Mantello dell'Invisibilità. I tre fratelli se ne vanno e si dividono. Il primo sfidò a duello un suo rivale e vinse, uccidendolo. Si vantò in un locale della sua bacchetta e la notte un altro mago lo derubò e lo sgozzò. La Morte se lo portò via. Il secondo, tornato a casa, girò sulla sua mano la pietra magica per tre volte e si vide apparire l'anima della fanciula da lui amata. Ma lei non poteva vivere veramente e il secondo fratello, folle di desiderio, si tolse la vita per riunirsi a lei. Anche di lui la Morte se lo portò via. Il terzo fratello non si fece trovare per molti anni da essa e, raggiunta una veneranda età, si levò il Mantello e lo regalò al figlio. Insieme alla Morte, camminò da pari a pari congedandosi da questa vita.